Un bel modo di stare con gli altri
Roger Baxter Jones
Nell’immaginario collettivo arrampicare è un’attività solitaria.
La realtà invece è molto diversa. Si può arrampicare da soli, ma più spesso lo si fa in cordata, formata quasi sempre da due persone che si assicurano a vicenda con una resistente corda. Le dinamiche che si instaurano tra i due arrampicatori sono molto forti. Si mette letteralmente la nostra vita nelle mani dell’altro.
Una delle cose che rende l’arrampicata speciale è che se si è fatto un lavoro accurato sulle tecniche di assicurazione, affidarsi all’altro diventa una cosa naturale, che non genera ansia. Anzi diventa un’occasione per scoprire che avere fiducia negli altri è più facile di quanto pensiamo.
Ma le cose non si esauriscono qui perché quando pratichiamo bouldering l’arrampicata diventa uno sport collaborativo.
Fare boulder in natura significa scalare su dei massi. Più frequentemente pratichiamo questa specialità dell’arrampicata in una palestra, tentando di risolvere passaggi di arrampicata.
Quando ci troviamo alla base di un boulder che vogliamo scalare, le regole non scritte del gioco prevedono che si faccia un tentativo ciascuno. Si formano così dei piccoli gruppi di arrampicatori di ogni età che tentano di trovare la soluzione.
Si creano situazioni divertenti, che nel caso dei bambini e dei giovani ragazzi sono anche l’occasione per imparare alcuni aspetti dello stare insieme. Per tutti gli altri saranno semplicemente l’opportunità di imparare qualcosa, di insegnarla con discrezione oppure semplicemente di giocare insieme agli altri un gioco molto bello, quello dell’arrampicata.