Qualche giorno fa ho fatto un piccolo viaggio e, già che c’ero, ho arrampicato in due palestre del nord Italia.
Mentre mio figlio scalava con una sua amica io, per ingannare il tempo, ho salito qualche via con l’autobelay.
Una scoperta!
Non so per quale motivo nelle altre occasioni in cui l’avevo usato, ad esempio quando l’avevo provato per salire le vie speed, non ne avevo apprezzato le potenzialità.
La prima cosa che va detta e che mi sono divertito.
La seconda è che ho avuto modo di scoprire che arrampicando con l’autobelay si prova una sensazione che è una via di mezzo tra il top rope e l’andare da primi.
Sarà sicuramente dovuto alla novità o forse al fatto che non si possono fare resting, ma ogni volta che mi dovevo affidare alla sicura disumana del carrucolone ho provato un leggero brivido, simile a quello che si prova andando da primi. Una salita “saporita”!
La fettuccia dell’autobelay ci tira uniformemente e il fatto che non sia ne troppo lenta ne troppo tesa, come accade spesso con la corda nel top rope, ci permetterà di arrampicare con una concentrazione totale. Potremo dimenticarci di tutto e semplicemente arrampicare.
Non dover mai interrompere il movimento crea le condizioni ideali per ricercare la fluidità e la continuità.
Fermo restando che una delle cose più belle della arrampicata è la condivisione della nostra passione con gli altri e che quindi la presenza di un compagno di cordata è una cosa irrinunciabile, l’autosicura nelle palestre è un ottimo strumento per perfezionare il gesto e per ricercare il ritmo giusto di una salita, due skill tecniche di grandissima importanza.